L'impatto delle politiche commerciali globali sul settore agroalimentare

Le politiche commerciali globali hanno trasformato le operazioni dell'industria agroalimentare

Dalla seconda metà del XX secolo, la globalizzazione ha integrato sempre più i Paesi a basso e medio reddito nei mercati globali, rafforzando le connessioni commerciali tra i membri dell'Accordo generale sulle tariffe e il commercio (GATT) e dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Questa integrazione ha portato a una rete commerciale globale più interconnessa, in particolare nel settore alimentare e agricolo. Ciononostante, la rete commerciale internazionale è diventata più decentralizzata, con cluster commerciali regionali che hanno assunto un ruolo sempre più importante accanto a strutture commerciali globali.

L'evoluzione del commercio agricolo mondiale

Il GATT, istituito nel 1947, ha cercato di promuovere il commercio riducendo le barriere e istituendo un sistema commerciale internazionale trasparente. Inizialmente, presentava notevoli lacune che consentivano sussidi agricoli e quote di importazione, distorcendo i mercati agricoli globali e svantaggiando i produttori low-cost dei Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, l'Uruguay Round e l'istituzione dell'OMC nel 1995, con l'Accordo sull'agricoltura dell'OMC (AoA), hanno inserito esplicitamente il commercio agricolo negli sforzi di liberalizzazione del commercio globale.

L'OMC ha introdotto principi importanti come la non discriminazione e la trasparenza, contribuendo a ridurre le distorsioni dei mercati globali e l'incertezza commerciale. Sebbene l'impatto dell'adesione al GATT/OMC sul commercio agricolo abbia mostrato risultati contrastanti, i dati suggeriscono che il quadro dell'OMC ha contribuito a espandere il commercio fornendo condizioni più affidabili ed eque. Inoltre, promuove una concorrenza leale e sostiene i Paesi meno sviluppati con clausole flessibili e assistenza pratica per ridurre i costi commerciali.
 

L'UE contro le pratiche commerciali sleali

La Direttiva UE 2019/633 sulle pratiche commerciali sleali (UTP) nella filiera agricola e alimentare mira a proteggere gli agricoltori e i fornitori di piccole e medie dimensioni dagli squilibri di potere nei rapporti B2B. Adottata il 17 aprile 2019, la direttiva vieta 16 pratiche commerciali sleali, classificate in pratiche “nere”, vietate in assoluto, e pratiche “grigie”, consentite solo se concordate in modo chiaro e inequivocabile. Queste norme mirano a garantire la puntualità dei pagamenti, a impedire modifiche unilaterali dei contratti e a proibire l'uso improprio dei segreti commerciali, tra le altre tutele. L'obiettivo è quello di creare una filiera alimentare più equa, migliorando il potere contrattuale dei fornitori più piccoli e garantendo che non siano soggetti a pratiche di sfruttamento da parte degli operatori più grandi.

La direttiva stabilisce che tutti i Paesi dell'UE debbano recepire queste norme nella legislazione nazionale entro il 1° maggio 2021 e che l'applicazione inizi sei mesi dopo. Ogni Stato membro deve nominare un'autorità competente per l'applicazione delle norme, in grado di condurre indagini e imporre multe. La direttiva stabilisce uno standard minimo, ma i Paesi possono adottare misure più severe. La Commissione europea ha monitorato l'attuazione, pubblicando relazioni intermedie e aggiornate sul recepimento e l'applicazione della direttiva in tutta l'UE. Questa iniziativa fa parte di uno sforzo più ampio, che comprende la strategia Farm to Fork, per creare una catena di approvvigionamento alimentare più equa e trasparente.

 

Il commercio mondiale richiede resilienza in un contesto di perturbazioni globali

I recenti eventi globali, come la pandemia COVID-19, la guerra in Ucraina e i cambiamenti climatici, hanno messo in luce le vulnerabilità del sistema internazionale del commercio agroalimentare. Queste perturbazioni sottolineano la necessità di un sistema agroalimentare globale resiliente e ben integrato, in particolare per i Paesi a basso reddito. Il rapporto FAO 2022 State of Agricultural Commodity Markets sottolinea l'importanza di politiche commerciali che salvaguardino la sicurezza alimentare globale, bilancino gli obiettivi economici e ambientali e migliorino la resilienza a sfide come conflitti, pandemie ed eventi climatici estremi.

Equilibrio tra sicurezza alimentare e sostenibilità

Il commercio è fondamentale per garantire la sicurezza alimentare e la salute pubblica attraverso la nutrizione, consentendo la distribuzione di prodotti alimentari alle aree con una produzione interna insufficiente. Inoltre, facilita la diffusione della tecnologia e della conoscenza, favorendo la produttività e la crescita economica. Tuttavia, le disparità di produttività e di dotazione di risorse naturali richiedono di sfruttare i vantaggi comparativi e di gestire gli impatti ambientali. Il commercio può migliorare l'efficienza delle risorse e sostenere gli sforzi di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici. Gli accordi commerciali multilaterali e regionali, che incorporano clausole ambientali, sono essenziali per bilanciare i compromessi economici e ambientali, garantendo che il commercio contribuisca positivamente agli obiettivi di sviluppo sostenibile

Le aziende osservano le regole, ma potrebbero fare di più

Le pratiche commerciali globali sono già in vigore, ma le aziende devono fare di più per promuovere un commercio sostenibile ed equo. Oltre a rispettare i regolamenti esistenti imposti da vari organismi, tutte le parti interessate dovrebbero tenersi informate sulle nuove regole e sui metodi che garantiscono trasparenza ed equità. Wikifarmer si dedica alla promozione di pratiche democratiche all'interno del sistema globale di approvvigionamento alimentare. In qualità di piattaforma B2B online del settore agroalimentare, il nostro obiettivo è quello di eliminare i prezzi iniqui e di informare i produttori su valori di mercato più equi. Il Marketplace di Wikifarmer facilita l'accesso ai mercati globali attraverso transazioni trasparenti e integrate, garantendo equità e chiarezza negli scambi commerciali.